Con una rimonta straordinaria, Arianna Bridi vince l'oro nella 25 km in acque libere.
L’azzurra ha chiuso con il tempo di 5h19’34”6, precedendo di un soffio l’olandese Sharon Van Rouwendaal (5h19’34”7), già oro nella 5 e nella 10 km. Terza la francese Lara Grangeon, bronzo in 5h19’42”9. Settima Aurora Ponsele, decima Martina Grimaldi.
Bronzo per Matteo Furlan.L'azzurro chiude con il tempo di 4:57:55.8, alle spalle dell'ungherese Kristof Rasovsky e del russo Kirill Belyaev. Quinto posto per Simone Ruffini, mentre è molto più lontano Alessio Occhipinti, 16°.
I primi a scendere in acqua, sono stati gli uomini. È stata una gara molto tirata, tanto da provocare due defezioni dopo pochi chilometri: alzano bandiera bianca il campione d'Europa della 10 km, Weertman, e il tedesco Wellbrock. Gli azzurri sperano con un ottimo Alessio Occhipinti, che poi cede alla distanza uscendo fuori dai primi 10 al traguardo. All'ultimo giro del circuito, Reymond e Rasovszky iniziano a imporre un ritmo serrato. Tengono botta Ruffini e Furlan, ed è quest'ultimo a salire sul podio.
Dopo 10 minuti rispetto a quella degli uomini,entrano le donne, e il primo assalto è stato piazzato dalla russa Kulik, che ai 9 km aveva un vantaggio di 5 secondi sul gruppo. Partenza soft per Arianna Bridi, che ha optato per una strategia più coperta rispetto a Grimaldi e Ponselé. Dopo Kulik, è stata la volta della tedesca Wunram. Solo dopo i 15 km, lo squillo dell'olandese van Rouwendaal, oro olimpico nella 10 km e già campionessa europea nella 5 e nella 10 km, tra le favorite per la vittoria finale per un clamoroso tris.
Con il ritmo dettato dalla russa Krapivina sono rimaste nel gruppo di testa in dodici, con Bridi sempre in coda al gruppo. A sei chilometri dalla fine, l'attacco di van Rouwendaal, che ha provato a salutare le compagne ma ha clamorosamente sbagliato percorso, buttando al vento la chance di un comodo oro. In questa situazione, Arianna ha forzato improvvisamente il ritmo, con la francese Grangeon e la tedesca Maurer in scia. Quest'ultima è crollata a meno di quattro chilometri dal traguardo, mentre sullo sfondo tornava a farsi viva incredibilmente la sagoma di van Rouwendaal, capace di annullare più di un minuto di gap. E' servito un ultimo chilometro pazzesco di Arianna Bridi per battere allo sprint l'olandese, che ha cercato anche di spingere l'azzurra contro le boe. Bronzo alla francese Grangeon, nona Aurora Ponselé, dodicesima Martina Grimaldi.
«E’ stata una gara durissima, ha dichiarato la Bridi, con onde e la muta che è una roba che proprio non sopporto. Gara davvero difficile. Sono stata brava a mantenere la calma. La parte più difficile è stata quando ci hanno raggiunto i maschi. Lì abbiamo dovuto cambiare ritmo radicalmente per cercare di restare in gruppo e sfruttare il più possibile la scia, ma soprattutto non rischiare di restare troppo staccate» ha raccontato l’azzurra, già bronzo iridato in carica nelle 10 e 25 chilometri. «Lasciato il gruppo mi sono messa dietro ad un atleta che pensavo fosse la prima delle donne ed invece era un uomo. Con la muta è sempre più difficile riconoscersi. Gli ultimi dieci metri sono stati estremamente concitati».
Bridi ha poi ammesso: «Non sapevo se avessi toccato prima di Sharon (van Rouwendaal, ndr, vincitrice dell’argento), ma avevo una bella impressione. Peraltro sapevo che durante la gara aveva commesso un errore di rotta e non sapevo se sarebbe stato punito con la squalifica. In quegli ultimi metri però - ha aggiunto la 22enne trentina - non ci ho pensato e ho fatto bene. Era importante conquistare una medaglia dopo le gare in settimana dove avevo sbagliato molto e non ci ho creduto abbastanza perché i podi erano alla mia portata o comunque avrei potuto nuotare le gare diversamente, più sensate», ha concluso.
Per Matteo Furlan è la conferma nell'elite europea dopo l'argento di Hoorn 2016. "Sono contento per il bronzo, ma è davvero difficile gareggiare in queste condizioni perché la muta è troppo limitante. Già a metà gara ho dovuto prendere degli antidolorifici per la spalla, si fatica a muovere le braccia con naturalezza. Normalmente in una 25 chilometri la selezione inizia ai 15000 metri, stavolta ai 20 km eravamo tutti ancora in gruppo. Così si limita chi è più dotato. E' vero che la muta ti protegge ma non è performante nei punti di maggiore mobilità. Non ho patito il freddo, anzi, nel finale ho avuto addirittura caldo".